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Che senso avrebbe, al giomo d'oggi, la pubblicazione di un nuovo lavoro su Giacomo Puccini in aggiunta agli innumerevoli saggi biografici gia esistenti (di cui una gran parte fomiti di abbondanti documentazioni iconografiche), se non fosse sörta nella mente di quel-l'appassionato cultore della linca e, nel contempo, insigne fotografo, dotato di acuta sensibilité pittorica, quai e Angelo Ceresá, l'eccellente e originale idea di dedicare al grande musicista un volume basato sülla rievocazione di luoghi e ambienti dove Puccini ha vissuto i momenti spiritualmente piu intensi e sereni della sua tormentata vita di artista, e che, per la loro specifica atmosfera, presentano un grande interessé, perché essi non potevano non influiré sugli stati d'animo e quindi süll'estro creativo del compositore?
E infatti, con questa meravigliosá passeggiata, ci siamo letteralmente tuffati nel clima di quelle rarefatte, quasi irreali visioni, raffiguranti non sólo la natura vera e propria di quei...
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Che senso avrebbe, al giomo d'oggi, la pubblicazione di un nuovo lavoro su Giacomo Puccini in aggiunta agli innumerevoli saggi biografici gia esistenti (di cui una gran parte fomiti di abbondanti documentazioni iconografiche), se non fosse sörta nella mente di quel-l'appassionato cultore della linca e, nel contempo, insigne fotografo, dotato di acuta sensibilité pittorica, quai e Angelo Ceresá, l'eccellente e originale idea di dedicare al grande musicista un volume basato sülla rievocazione di luoghi e ambienti dove Puccini ha vissuto i momenti spiritualmente piu intensi e sereni della sua tormentata vita di artista, e che, per la loro specifica atmosfera, presentano un grande interessé, perché essi non potevano non influiré sugli stati d'animo e quindi süll'estro creativo del compositore?
E infatti, con questa meravigliosá passeggiata, ci siamo letteralmente tuffati nel clima di quelle rarefatte, quasi irreali visioni, raffiguranti non sólo la natura vera e propria di quei luoghi - con le magie dei rines-si nelle acque del lago Massaciuccoli o delle lonta-nanze avvolte in delicate nebbie, di boscaglie selvati-che profilate come pizzi contro accesi tramonti o per-lacee albe, di stagni dalle malinconiche e silenziosé acque in contrasto con le briosé onde del vicino mare in eterno movimento, - ma anche suggestivi motivi di pittoreschi abitati e di chiese e palazzi storicamente famosi, nonché intemi immersi nella penombra di pesanti tendaggi nel gusto dell'época, e che pure spi-rano un solido benessere di stampo borghese; cosic-ché dopo parecchi immaginari chilometri, usciamo estasiati da questo giro con la strana impressione di aver ascoltato continuamente le melodie pucciniane e di aveme compreso meglio lo stile e il perché del loro irresistibile fascino.
Ogniqualvolía ho da allestire un'opera di Giacomo Puccini sono pervaso dalla deliziosa sensazione di ritrovarmi in un mondo amico, nel quale personaggi e ambienti mi sono da sempre familiari. La chiave magica, che mi apre l'ingresso in quel mondo che sentó spiritualmente tanto vicino, e, innanzi tutto, la forza espressiva della música pucciniana che nasce, come una sorgente limpida efresca, dalla inesauribile, divina ispirazione creativa dell'Auto-re. Puccini, infatti, possiede il miracoloso dono di plasmare con la música i suoi personaggi in modo cosí veritiero da far sembrare che essi siano veramente vissuti, impressione questa che viene accentuata da una descrizione musicale altrettanto acuta dei luoghi, ove si svolge l'azione, ai quali il geniale Autore sapeva anche imprimere ilprofU-mo di un'intera época. Per questo motivo nella ideazione di una messa in scena pucciniana, la música diventa per rne la principale guida alia ricerca del giusto stile e dell'atmosfera dominante.
E vero che anche nelle opere di altri autori e sempre la música che dá tono e serve di base nella elaborazione del relativo allestimento scenico, ma, anche se tale affermazione puô sembrare strana, Puccini impegna molto di piu di tanti altri autori che usano, magari, un Unguaggio musicale piu sapiente, piu complesso (forse solo apparentemente). Ed e proprio perché la música pucciniana e, spesso, piu delicata, direi piu limpida nella sua sostanza, esi-ge piu riguardo e va trattata con tocchi molto piü leggeri. Ogni atto di violenza, ogni disinvolto sopruso registico-scenografico verso un 'opera pucciniana e sempre un sacrilegio molto piu grave, grossolano che verso un lavoro di un abro autore, piu robusto, piu lottatore sul piano artístico. Un Verdi, un Wagner - per citare qualche esempio -resistono sempre molto meglio alie aggressioni di certi sperimentatori alia moda che infettano oggi il campo regi-stico-scenografico delta Urica classica, con danni incalcolabili per la cultura musicale, la quale, purtroppo, non e difesa dagli inquinamenti vari, come lo sono i monumenti storici, o il paesaggio, o l'atmosfera, da rispettive asso-ciazioni ben organizzate e sul modello delle quali sarebbe ora di crearne una anche per la Urica. Comunque, mentre agU autori di costituzione artística piu robusta, piu combattiva, l'applicazione di certe cure moderniste alle messe in scena delle loro opere non arreca che danni piu o meno superficiali, a un compositore dall'animo tenero e delicato come Puccini, il quale ha saputo cantare, come nessun altro prima di lui, la gioia di vivere e di amare, come lo straziante dolore del distacco e delta morte, ogni genere di deviazione diretta contro i suoi ideaU estetici (cosi chiaramente presentí nella sua música) e il voler imporre dottrine ostiU all'incarnazione in scena dei suoi su-blimi sogni, non pud che condurre a qualche cosa di orribiimente ibrido e di pessimo gusto. Ecco perché, prenden-do in mano un lavoro pucciniano io lo tratto con particolare e riguardosa delicatezza, come un'opera d'arte estre-mamente preziosa e fragile, direi quasi come una mimosa sensibile e vulnerabile al mínimo tocco delle dita. Anche l'opera piu monumentale del repertorio pucciniano, Turandot, e sempre squisitamente delicata, anche se ri-corda, piu che un isolato flore esotico, tutto un meraviglioso mazzo di orchidee in porcellana cinese con, in mezzo, qualche foglia di vetro di Murano che, col suo luccichio trasparente, rammenta la laguna di Venezia quella di Gozzi.
Le opere di Puccini sono talmente genuine e chiare che veramente non occorre commentarle o interpretarle mediante cervellotiche regie e simboliche scenografie (basale, per gran parte, su formule prefabbricate di un modernismo ormai diventato un luogo comune, una nuova routinej. Esse parlano da sé e ció che necessita, da parte di chi e chiamato ad allestirle, e soltanto il dono dell'intuizione poetica e della penetrazione neU'essenza romantica del racconto musicale, nel loro clima di costante estasi d'amore, di acule malinconie, ma anche di giovanile allegria e dolci nostalgie. NuU'altro occorre per presentarle in scena nella loro giusta incarnazione e bisogna, comunque, solo saper illustrarle con mezzi altrettanto espressivi, in perfetta sintonía col pensiero e col gusto dell'Autore. Insomma piu il regista e lo scenografo rímarranno umilmente fedeli all'atmosfera, che crea la divina música pucciniana, piu essi saranno vícini alia maniera ideale di esprimere ed illustrare i pensieri e la volontá del geniale Maestro.
Vissza