Fülszöveg
Una famiglia di agricoltori; un villaggio del Monferrato; vicende che si snodano tra Marengo e Lissa, tra la tarda vocazio-ne alia «roba» di un saturnino reduce na-poleonico sballottato da tutte le campa-gne d'Europa, e la piccola panda incipiente di uno dei primi Consiglieri di Cassazione nel neo Stato italo-piemonte-se. A chiunque s'interessi di narratologia, potra sembrare strano che con questa materia, attraversando le generazioni, Ro-setta Loy non ci abbia raccontato una «saga». Ma i materiali storici di questo romanzo sono di segno invertito rispetto alia corsa, al ritmo, al disordine che viene loro impresso. II particolare e l'individua-le prevalgono sulla totalitá, il Tempo va e viene col fiato in gola, esasperato e quasi forsennato, senza mai raccogliersi nello stesso punto. II Tempo di Rosetta Loy é un tempo che tende alia presentificazio-ne. Non é il tempo proustiano, l'orizzon-te metafisico che ci sottrae alia nostra di-mensione di prigionieri; e non é il tempo-incubo,...
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Una famiglia di agricoltori; un villaggio del Monferrato; vicende che si snodano tra Marengo e Lissa, tra la tarda vocazio-ne alia «roba» di un saturnino reduce na-poleonico sballottato da tutte le campa-gne d'Europa, e la piccola panda incipiente di uno dei primi Consiglieri di Cassazione nel neo Stato italo-piemonte-se. A chiunque s'interessi di narratologia, potra sembrare strano che con questa materia, attraversando le generazioni, Ro-setta Loy non ci abbia raccontato una «saga». Ma i materiali storici di questo romanzo sono di segno invertito rispetto alia corsa, al ritmo, al disordine che viene loro impresso. II particolare e l'individua-le prevalgono sulla totalitá, il Tempo va e viene col fiato in gola, esasperato e quasi forsennato, senza mai raccogliersi nello stesso punto. II Tempo di Rosetta Loy é un tempo che tende alia presentificazio-ne. Non é il tempo proustiano, l'orizzon-te metafisico che ci sottrae alia nostra di-mensione di prigionieri; e non é il tempo-incubo, il tempo che «non ritorna» di tanta pittura e letteratura novecentesca. Ma non é neppure il tempo che scorre nei romanzi dell'Ottocento, dove ci accorgia-mo, a un tratto, di come é giá lontano quello che sembrava ieri. II tempo di Rosetta Loy é sempre al presente, ma spo-stato rispetto al qui e ora dove awengono le cose; é un tempo che spacca in due, perché tende a presentí diversi; e che non ha nulla dello scorrere della sabbia nelle clessidre, perché ritorna su se stesso simi-le al vorticare del flutto che porta a galla degli oggetti scomparsi e li fa visibili quante sono le volte che li risucchia nel fondo.
Le strade di polvere é un romanzo raccontato correndo, con le ginocchia che si graffiano ogni volta che il Narratore guar-
di avanti o indietro. A spostare il Tempo dalla sua sede, dal qui e ora, é la percezio-ne irreligiosa del Divino. Ciclico ma irri-petibile, il Tempo di Rosetta Loy é un tempo carnale, un tempo «che soffre»: il tempo dei desideri che si consumano, si compiono e muoiono; il tempo del fiore e del frutto, delle mele rusnent, dei balli, delle stagioni, della gioventú, il tempo crudele e mágico di tutto ció che non la-scia traccia. Ció che appartiene alio Spiri-to, alia Storia, al Tempo che unifica e as-solve, é sentito nelle Strade di polvere come una presenza infausta e nemica. Ed é insolito che uno scrittore cosí attirato dal ritmo frammentato e irredento del qui e ora ci riparli, senza mai mimarlo, col lin-guaggio forte e robusto del secolo scorso. Rosetta Loy racconta coi gesti ampi e si-curi delle donne in faccende; rapida, es-senziale, concreta; ma, come certi scritto-ri dell'Ottocento, si esalta in quegli argo-menti sui quali finiamo sempre col misu-rare, per abitudine, il talento dei roman-zieri: l'amore, la guerra, i bambini, la
morte. ^ ~ , ,.
Lesare (jarboli
Rosetta Loy é nata a Roma da padre piemontese e madre romana. Ha pubblicato tre romanzi: La bicicletta (Einaudi, 1974; Premio Viareggio opera prima), La porta dell'acqua (Einaudi, 1976), L'esta-te di Letuqué (Rizzoli, 1982) e una raccolta di rac-conti: AU'insaputa della notte (Garzanti, 1984). Le strade di polvere ha vinto il Premio Campiello e il Premio Viareggio 1988.
L'amore, la guerra, i bambini, la morte. Il tempo dei desideri che si consumano, dei balli, delle stagioni, della gioventú, il tempo crudele e mágico di tutto cio che non lascia traccia. La storia di una famiglia monferrina, dalla fine dell'eta napoleónica ai primi anrii de 11' Italia unita.
Vissza