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Béla Lajta ornamento e modernitá

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Róla szól
Milánó
Kiadó: Electa
Kiadás helye: Milánó
Kiadás éve:
Kötés típusa: Varrott papírkötés
Oldalszám: 192 oldal
Sorozatcím: Documenti di architettura
Kötetszám: 119
Nyelv: Olasz  
Méret: 28 cm x 22 cm
ISBN:
Megjegyzés: Színes és fekete-fehér fotókkal. További kapcsolódó személyek a könyvben.
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L'assenza del nome di Béla Lajta (Budapest 1873 - Vienna 1920) dalle principali storie dell'architettura moderno-contemporanee costituisce una delle piu clamorose "rimozioni" operate dalla storiografîa del Novecento; rimozione che non si lascia spiegare soltanto con la relativa eccentricita dell'Ungheria e di Budapest rispetto ai piu consueti luoghi di produzione e diffusione della cultura architettonica europea, ma che affonda piuttosto le proprie radici nello scandalo che Topera di Lajta soUeva. In una mandata di opere sta^ordinarie (dopo le prime, ancora legate alla maniera del maestro Ödön Lechner, che compenetrava la ricerca delle radici popolari magiare con la declinazione ungherese dello stile Sezession), Lajta da vita a un'architettura che va oltre la "cultura estetica" della Budapest d'inizio secolo, oscillante, corne nota Lukács, tra speciahsmo e estetismo, giungendo a un'unificazione - mai a una conciliazione! - di motivi tra loro sólitamente contrapposti: ornamento e... Tovább

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L'assenza del nome di Béla Lajta (Budapest 1873 - Vienna 1920) dalle principali storie dell'architettura moderno-contemporanee costituisce una delle piu clamorose "rimozioni" operate dalla storiografîa del Novecento; rimozione che non si lascia spiegare soltanto con la relativa eccentricita dell'Ungheria e di Budapest rispetto ai piu consueti luoghi di produzione e diffusione della cultura architettonica europea, ma che affonda piuttosto le proprie radici nello scandalo che Topera di Lajta soUeva. In una mandata di opere sta^ordinarie (dopo le prime, ancora legate alla maniera del maestro Ödön Lechner, che compenetrava la ricerca delle radici popolari magiare con la declinazione ungherese dello stile Sezession), Lajta da vita a un'architettura che va oltre la "cultura estetica" della Budapest d'inizio secolo, oscillante, corne nota Lukács, tra speciahsmo e estetismo, giungendo a un'unificazione - mai a una conciliazione! - di motivi tra loro sólitamente contrapposti: ornamento e modernita. Se per certi versi dunque rarchitettura lajtiana puô essere accostata, in ámbito mitteleuropeo, a quella di un Hof&nann, al tempo stesso lineare e preziosa, o a quella piu massiva di un Behrens, essa mantiene pero sempre, rispetto ai modelli offerti da coUeghi e maestri (decisivi per la sua formazione, oltre a Lechner, saranno tra gli altri Alfred Messel e Richard Norman Shaw, conosciuti nel corso di lunghi pellegrinaggi in Europa), una propria autonomía e una spiccata originalité fórmale. Nel suo complesso Topera di Lajta si presenta come un unicum, diffícihnente collocabile entro le accomodanti catégorie storiografiche dell'Art Nouveau o del Movimento Moderno. "Adolf Loos ungherese", lo si potrebbe definire, pur tenendo conto delle differenze esistenti tra le posizioni dell'architetto boemo e di quello magiaro; un parallelo tra i due - sviluppato a piu riprese nel libro - e reso comimque possibile non soltanto dalla conoscenza diretta che 11 legava e da alcuni motivi ricorrenti nel lavoro di entrambi Ga radicaJita e la "difficolta" a essere accettata e compresa della loro opera: il palazzo Rózsavölgyi, costruito in Szervita tér a Budapest nel 1911-12, conobbe un'ostilita analoga a quella manifestata in quegli stessi anni dai viennesi nei confronti della Looshaus in Michaelerplatz, sia pure paradossalmente per motivi opposti), ma soprattutto dal carattere apparentemente antidpatorio attribuito loro dalla critica, che in realta si rivela essere una profonda inattualita; inattualita che rende Lajta - al pari di Loos - irridudbile alla propria come a ogni altra epoca. Il libro, al quale hanno coUaborato qualificati studiosi ungheresi, oltre a cercare di restituiré a Lajta quella centralita che gli spetta sotto un profîlo storico-critico, ricostruisce il complesso contesto culturale formatosi a Budapest intorno al 1900, anche attraverso un'antologia di testi, e prende in esame la biografía e tutte le opere dell'inascoltato maestro magiaro.
Marco Biraghi e nato a Milano nel 1959. E ricercatore in Storia dell'architettura presso la facolta di Arcliitettura del Politécnico di Milano. Tra i suoi libri ricordiamo Hans Poelzig. Architectura, Ars Magna (Venezia 1992; Berlin 1993) e, per i tipi di Electa, Guida aU'archüettura del Novecento a Vienna, Budapest e Praga (1994).
Ferenc Merényi e uno dei maggiori storici dell'architettura moderna ungherese. Fino al 1993 e stato professore di Storia dell'architettura al Politécnico di Budapest. Oltre a numeróse pubblicazioni in lingua ungherese ricordiamo, in italiano, 1867-1965, Cento anni di architettura ungherese (Roma 1965) e L'archüettura ungherese tra ü 1890 e il 1919 nel volume collettivo Budapest 1890-1919. L'anima e le forme (Electa, Mnano 1981).
Andrea Nerozzi Pákozdy e nato a Bologna nel 1966. Si e laureato aUa facolta di Architettura di Firenze con una tesi su Ödön Lechner. Attualmente collabora al corso di Storia dell'architettura aUa facolta di Ingegneria di Bologna e svolge ricerche suU'architettura moderna e contemporánea ungherese.
Zsuzsa Ordasi e nata a Budapest. E docente di Storia dell'arte presso l'Istituto di Teatrologia dell'Universita di Veszprém. Oltre a svolgere un'intensa attivita di traduttrice ha pubblicato - tanto in Ungheria che in Italia - saggi sull'arte e suU'architettura ungheresi e sui rapporti cultural! tra i due paesi. Vissza

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