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CIOCCOLATA DA HANSELMANN
Di solito i romanzi si concludono con un epilogo col quale ci vengono comunicad, come in un listino titoli, gli ultimi andamenti nel destino dei personaggi. Il romanziere ci fomisce le ultime notizie a storia gia con-chiusa, senza piu farle succedere. Ma in questo romanzo, l'ultimo di Rosetta Loy, questa regola e sower-tita. Al posto dell'epilogo c'e un an-tefatto che risucchia il lettore molto indietro nel tempo, in un punto e in un luogo estraneo alla storia che ci e raccontata. Questa storia occupa gli anni del secondo conflitto mondiale, e si spinge un po' piu in la dopo la sua fine. L'antefatto occupa un tempo e un luogo che non appartie-ne a nessuno dei tempi e dei luoghi del...
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CIOCCOLATA DA HANSELMANN
Di solito i romanzi si concludono con un epilogo col quale ci vengono comunicad, come in un listino titoli, gli ultimi andamenti nel destino dei personaggi. Il romanziere ci fomisce le ultime notizie a storia gia con-chiusa, senza piu farle succedere. Ma in questo romanzo, l'ultimo di Rosetta Loy, questa regola e sower-tita. Al posto dell'epilogo c'e un an-tefatto che risucchia il lettore molto indietro nel tempo, in un punto e in un luogo estraneo alla storia che ci e raccontata. Questa storia occupa gli anni del secondo conflitto mondiale, e si spinge un po' piu in la dopo la sua fine. L'antefatto occupa un tempo e un luogo che non appartie-ne a nessuno dei tempi e dei luoghi del romanzo, e appartiene a tutti: una pasticceria di Saint Moritz, negli anni Trenta. Pochi e oziosi minuti di un pomeriggio di festa, davanti a una tazza di cioccolata che imbratta le labbra di un bambino un po' stra-bico. In questi pochi minuti il romanzo si raccoglie, si riawolge, e si fa rileggere come in un globo di ve-tro.
Due amori e due donne: due sorelle, due sorellastre, Isabella e Margot, cresciute nella religione cattolica, fi-glie délia stessa madre e innamora-te dello stesso uomo. Un giovane scienziato ebreo, ospite neüe loro case e in quella grande casa di tutti che e il mondo. Ma Arturo e un ebreo sui generis. Non si adatta al suo ruolo di ospite. Non vuole sen-tirsi un uomo in fuga. Respinge la pieta che cosí fácilmente viene rega-lata a chi accetta di sentirsi una vit-tima. Chiede altri segni, altre prove d'amore. Non si sente un étranger, un essere diverso. E che cosa succédé se un ebreo sowerte la regola?
Se si ribella alia persecuzione e al terrore? Mentre due amori si awi-cendano e due donne si misurano con una storia forse piú grande di loro, si sviluppa in sordina, senza mai troppo orchestrarlo, senza mai daré voce ai fiad e agli archi, ma-scherato da conflitto di ceti e di ses-si, il vero tema del libro, una picco-la, privata, ma non per questo me-no sanguinosa guerra di religione. Come tutti i romanzi di Rosetta Loy, anche Cioccolata da Hanselmann ha per protagonisti la famiglia e il tempo. L'una e l'altro ci dividono in due, entrano insieme nelle nostre vite e le violentano, le devastano, le ri-cattano. La loro tirannia e la loro maestá é troppo grande per non sentirá spinti soltanto dove loro ci chiamano, e ci portano ciechi per mano, noi personaggi veri o inventad, povere ombre dei nostri sogni.
Cesare Gárboli
ROSETTA LOY
é nata a Roma, ha pubblicato La bi-cicletta (Einaudi 1974, Premio Via-reggio opera prima), La porta dell'ac-qua (Einaudi 1976), L'estáte di Le tuche' (Rizzoli 1982), All'insaputa de lia notte (Garzanti 1984), Le strade dipol-vere (Einaudi 1987, Premio Super-campiello 1988, Premio Viareggio 1988, Premio Rapallo 1988, Premio Cittá di Catanzaro 1988, Premio Montalcino 1990), Sogni d'invernó (Mondadori 1992). Le sue opere so-no state tradotte in tutti i principali paesi.
Sovraccoperta: Angelo Morbelli, TettiMto la neve, 1912 Progetto gráfico di Enzo Aimini
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